Data di pubblicazione: 23/09/2024
Filippo e la sua professione come Tecnico Cognitivo
Filippo ha 42 anni, è nato a Genova ma vive a Roma ed è un Tecnico Cognitivo con 9 anni di esperienza. Ma cosa fa esattamente un tecnico cognitivo? Paolo ha voluto approfondire, intervistando Filippo.
"Il tecnico cognitivo è una figura professionale relativamente nuova e in via di sviluppo, legata soprattutto ai campi della neuroscienza e della psicologia", spiega Filippo. Può operare in vari contesti, clinici o di ricerca, supportando psicologi e neuroscienziati nella gestione di test cognitivi, oppure nella riabilitazione di persone che hanno subito traumi cerebrali o soffrono di malattie neurodegenerative. Tuttavia, un tecnico cognitivo può anche lavorare in ambiti educativi e sportivi, come fa Filippo presso una società sportiva del CONI, dove aiuta giovani atleti con disabilità intellettive e cognitive a crescere sia sul piano personale che atletico.
"L’obiettivo primario", dice Filippo, "è la soddisfazione del ragazzo con disabilità, la sua crescita e inclusione, assicurando che il suo percorso sia di valore per lui e per chi lo circonda". Filippo si è formato presso l'Istituto Walden di Roma, specializzandosi nella disabilità cognitiva. Lavorare con ragazzi con disabilità, ammette, è complesso ma altamente appagante. Ogni ragazzo ha una storia unica, e ogni disabilità richiede un approccio personalizzato, che Filippo crea basandosi sul continuo scambio con famiglie e insegnanti. "Il lavoro di squadra multidisciplinare, insieme alla preparazione tecnica e all'empatia, sono le chiavi per ottenere grandi risultati, sia sportivi che umani", afferma.
Alla domanda su come lo sport possa aiutare persone con disabilità cognitive, Filippo risponde con convinzione: "Lo sport è fondamentale per migliorare non solo le capacità fisiche e motorie, ma anche quelle cognitive e relazionali. I progressi sono evidenti nel loro modo di rapportarsi con me e con i compagni di squadra. Vedere crescere la fiducia in sé stessi è la soddisfazione più grande".
Lo sport, per questi ragazzi, è molto più di un'attività fisica: è uno strumento potente di trasformazione.