Data di pubblicazione: 02/01/2024

La Milano da bere

Benvenuti a Milano!

Questo itinerario ha come protagonisti due quartieri: Porta Genova e i Navigli. I due quartieri sono raggiungibili attraverso la metropolitana (linea verde), il tram 9 (che mette in collegamento Porta Genova con la stazione centrale di Milano e la stazione di Milano Garibaldi) e il treno.

Iniziamo a scoprire questa zona con la prima tappa, il Mudec il museo delle culture collocato in Via Tortona 46 e distante 10 minuti a piedi dalla stazione di Porta Genova.

È un museo dedicato alla valorizzazione e alla ricerca interdisciplinare sulle culture del mondo

Il museo è suddiviso in sale espositive temporanee come la mostra di Van Gogh e Rodiin; le altre sale sono dedicate alle raccolte permanenti provenienti da paesi come l’America, l’Africa, l’Asia e l’Oceania.

Dal 2015 è presente l’allestimento di attualità: “Milano Globale. Il mondo visto da qui” che affrontala tematica della globalizzazione indagando i rapporti della città con il resto del mondo.

Dopo la visita al museo vi propongo il locale Maré: un ristorante con origini romagnole che ha come concept la spensieratezza delle vacanze estive. Nel menu troviamo i classici cappelletti, ma anche piatti di mare e l’immancabile piadina, simbolo della Romagna. Ve lo consiglio per la varietà dei piatti e per l’attenzione ai dettagli.

Il ristorante è raggiungibile camminando per 5 minuti (circa 500 metri) direttamente dalla stazione della metropolitana.

A pochi metri da Maré trovate il Naviglio Grande: un antico canale artificiale costruito tra il 1100 e il 1500 largo tra i 22 e i 50 metri e lungo circa 40 km.

Il Naviglio Grande è uno dei più importanti navigli milanesi ed è la prima opera nel suo genere ad essere realizzata in Europa.

Altra caratteristica importante del Naviglio, insieme ai locali che contraddistinguono la zona, è il Vicolo dei Lavandai, una tappa suggestiva che prende il nome da un lavatoio pubblico del 1700. Fino agli anni ‘50 il lavatoio era utilizzato da uomini addetti a lavare la biancheria degli abitanti del quartiere. Proprio qui nasce la prima associazione operaia che si occupava di andare a prendere i panni sporchi delle persone facoltose per poi lavarli, asciugarli e riportarli puliti ai clienti.